Rinascite

L’allestimento di “Rinascite. Opere d’arte salvate dal sisma di Amatrice ed Accumoli” dona nuova vita al patrimonio di opere d’arte recuperate dalle macerie delle chiese, attualmente decontestualizzate, e mette in luce il valore della cultura sedimentata nei piccoli centri del territorio italiano, parte dell’identità dei centri reatini colpiti dal sisma e dell’identità collettiva nazionale. Degli oltre tremila beni portati in salvo, e oggi conservati nel deposito allestito presso la Scuola Forestale Carabinieri di Cittaducale (Rieti) si presentano 34 opere provenienti da chiese e strutture religiose di Accumoli e di Amatrice, e le loro frazioni. Dipinti, sculture, suppellettili liturgiche. Alla mostra delle opere salvate, con svolgimento cronologico, si affianca un percorso espositivo parallelo dato da 21 fotografie scattate da Paolo Rosselli lo scorso settembre, che restituiscono lo stato dei luoghi, le atmosfere e i contrasti della rinascita, “gli elementi della vita materiale e i significati religiosi in un tutto organico; animali compresi”. Per non dimenticare gli effetti ancora evidenti e drammatici del sisma.

Le opere e le rovine di Stefano Boeri

Il sisma rappresenta una improvvisa e insieme irreversibile deviazione dalla normalità. Il terremoto cancella in pochi secondi costruzioni secolari e memorie decennali, estirpa brani di memoria collettiva e trasmette l’incertezza perturbante di una Terra non più Madre, ma origine di dolore e paura. Più di ogni altra cosa, il terremoto, con la sua lacerante discontinuità, allontana dal tempo presente. Spinge chi lo ha vissuto a cercare rifugi temporanei in altri luoghi da cui sarà comunque difficile tornare. E spinge chi vorrà tornare a inseguire la nostalgia di un passato – la ricostruzione “dove era, come era” – che non potrà mai più davvero rivivere. A partire da queste considerazioni, il salvataggio e il recupero di un rilevante numero delle opere d’arte ospitate in edifici sacri e civili colpiti dal sisma, rappresenta l’occasione per aprire una riflessione coraggiosa sul nostro tempo presente e sulle azioni in corso per la ricostruzione nel cratere del sisma. Per questo, abbiamo scelto di allestire uno spazio che potesse mettere in scena non solo il valore delle opere esposte e del loro recupero, ma anche la loro capacità di agire come dispositivi temporali e spaziali. Come vettori per guardare dalle diverse profondità della storia dell’arte ai luoghi e alle azioni dell’oggi. La mostra offre così una sorta di lettura parallela. Sul lato sinistro delle quattro sale delle Piccole Terme del complesso di Diocleziano sono disposte le opere selezionate dai curatori: tavole, apparati decorativi, sculture che testimoniano, grazie alla loro eterogenea ricchezza, sette secoli di storia dell’arte sacra. Sul lato opposto, abbiamo invece scelto di collocare una sequenza di grandi istantanee del presente, realizzate da Paolo Rosselli, maestro dell’immagine e cultore di un’estetica algida e insieme potente. La campionatura e l’esposizione in parallelo delle opere e delle istantanee di Rosselli offre al visitatore l’opportunità di avvicinarsi ai luoghi del sisma e di riflettere, a ritroso, su quanto si farà, quanto si sta facendo e quanto non è stato fatto. Di ragionare sulle reali prospettive di conservazione in sicurezza di un patrimonio artistico diffuso in decine di chiese ed edifici rurali e sulle ragioni di un delicatissimo rapporto tra la salvaguardia storico-artistica e la messa in sicurezza dei Beni Culturali diffusi nei borghi e nelle frazioni di una vastissima e fragile parte del nostro territorio appenninico. Al visitatore la possibilità di trovare connessioni, rimandi, congruenze utili ad avviare una riflessione resa difficile dalla prossimità, spaziale e temporale, della catastrofe.

Progetto: Stefano Boeri Architetti
Cliente: Electa Editore
Luogo: Museo Nazionale Romano
Foto: Paolo Rosselli
Video: The Blink Fish
Anno: 2017

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