Ambo

Stefano Boeri Architetti ha progettato l’allestimento della Sala del Cartone di Raffaello nella Pinacoteca Ambrosiana di Milano. Dopo quattro anni di restauro, il Cartone preparatorio per l’affresco della Scuola di Atene – raffigurazione situata nella Stanza delle Segnature dei Musei Vaticani – torna ad essere esposto dopo interventi lunghi e laboriosi coordinati da esperti, poli universitari e centri di restauro rinomati a scala internazionale. La nuova sala, aperta al pubblico dal 27 marzo 2019, è concepita per ospitare l’opera preparatoria di Raffaello e tutte le scelte di allestimento, a partire dalle sequenze di avvicinamento al grande Cartone, sono pensate per preparare il pubblico alla visione di un’opera che trattiene – intatta – in sé una mirabile congiunzione di significati, essendo al tempo un’opera finita e tuttavia destinata a preparare un’opera conclusiva. Il progetto di allestimento è stato pensato da subito per massimizzare il confort ambientale dell’opera, al fine di garantire la sua conservazione nel tempo, così come per valorizzarla nella sua interezza e complessità. La presenza nel medesimo ambiente di un grande tavolo di rovere massello rende possibile la consultazione di una raccolta di testi e documenti di approfondimento della storia dello stesso Cartone, sulla sua fattura e sulla sua realizzazione.

L’intervento mantiene elementi di continuità con gli allestimenti precedenti di Luigi Caccia Dominioni degli anni ’60 e di Griffini degli anni ’90, tra cui la posizione del Cartone nella parete Ovest e una parete filtro prima dell’arrivo all’opera, pur avendone radicalmente cambiato le modalità di percezione. Lo spazio si presenta essenziale, con colorazioni scure e materiali opachi, al fine di proteggere il capolavoro e prevenirne il deterioramento: la luce è ridotta al minimo, garantendo valori pari a 25 lux, pari ai parametri per l’illuminamento previsti per le opere d’arte fragili come quella prodotta da Raffaello. Il Cartone realizzato da Raffaello è il più grande mai pervenuto (misura 2,85 metri per 804 centimetri), ed arrivò all’Ambrosiana nel 1610 per tornarci, dopo svariate vendite e vicissitudini, solamente negli anni ’60 del secolo scorso. Al termine del lungo restauro – coordinati da un prestigioso Comitato Scientifico composto dal Collegio dei Dottori della Biblioteca Ambrosiana e da Esperti dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, dei Musei Vaticani, della Soprintendenza di Milano e del Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” – il capolavoro è stato inserito in una nuova teca che si compone di un’imponente lastra di vetro protettivo di dimensioni pari a quelle dell’opera stessa (8 metri di larghezza per 3 metri di altezza per una superficie complessiva di 24 mq),  raggiungendo il primato di più grande vetrina ad anta unica esistente al mondo. La doppia lastra di vetro accoppiata è stata sottoposta a due trattamenti fondamentali: il primo, un antiriflesso ed extra-chiaro, per permettere la migliore visione possibile al pubblico; il secondo, ai raggi ultravioletti, per evitare il deterioramento dei 210 fogli che compongono l’opera artistica.

 

La teca, inoltre, è predisposta per mantenere parametri di umidità costante per proteggere il Cartone il più a lungo possibile ed è apribile al fine di poter ispezionare l’opera e poterne regolare il tensionamento attraverso un telaio in alluminio e legno. Il “Ben Finito Cartone”, trasportato all’interno della sala attraverso una fessura ricavata nella facciata laterale della Pinacoteca, ha come unico controcampo il Tavolo didattico realizzato in collaborazione con Riva1920, in legno di quercia massello ricavato da un tronco unico di 150 anni tagliato in due tavole di 4 metri di lunghezza su una base in ferro brunita, capace di trasformare la sala 5 della Pinacoteca Ambrosiana in una scuola silenziosa e potente, dove il pubblico potrà alternare la visione del Cartone e la lettura dei testi storici che ne spiegano l’origine, la storia, il significato profondo. Se da mezzo secolo aspettava di essere ripulito, alleggerito dalla polvere e dall’intelaiatura che induceva pieghe potenzialmente rovinose, l’allestimento punta oggi ad offrire un tesoro magistralmente conservato grazie anche al fatto che non venne mai realmente utilizzato per la sinopia, ma solo per riportare il tratto del maestro su un altro cartone ormai andato perduto.

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